Un futuro migliore per i nostri bambini (verso un cibo più sano)

Quando parliamo di alimentazione e cibo, accanto alla “catena alimentare” troviamo sempre una catena “concettuale”, che parte dalla consapevolezza e arriva alla sostenibilità. Se volessimo tracciare un ponte fra questi due concetti, in mezzo troveremmo un fiume di altri temi fondamentali, come quello del consumo critico, della lotta agli sprechi, della scelta stagionale dei prodotti, della corretta assunzione degli alimenti e, non da meno, quello dell’educazione alimentare e dell’etica della buona alimentazione che ci stanno tanto a cuore.

Fra i tanti argomenti che abbracciano il mondo dell’alimentazione, però, ce n’è uno che sta prendendo sempre più importanza nel mondo dell’educazione e della crescita: quello della sicurezza alimentare.

Perché parliamo di sicurezza alimentare nell’ambito del concetto del “cibo sano” e del futuro dei nostri bambini? Perché la sicurezza alimentare non riguarda solo l’igiene o la buona conservazione degli alimenti, come potremmo essere portati a pensare, bensì anche altre caratteristiche, come la qualità, l’origine, la trasparenza nella lavorazione dei prodotti che compriamo e che caratterizzano in senso più largo il cibo “sano”. Dunque, mangiare in modo sicuro significa anche saper conoscere e riconoscere ciò che mangiamo, ovvero averne consapevolezzaQuella stessa consapevolezza che caratterizza l’educazione alimentare basata sui sensi e promossa dal progetto Edueat: una consapevolezza che deriva dalla conoscenza di un cibo, delle sue origini e delle sue caratteristiche. Questa conoscenza, soprattutto se guidata dai sensi e unita al gioco come per i Govut e il Fantastico Mondo di Sensolandia, ci porta a saper riconoscere il cibo buono da quello nocivo. Attenzione, però: il cibo buono non è solo quello privo di calorie (perché le calorie sono importanti per il nostro corpo) ed il cibo “cattivo” non è necessariamente quello “grasso” (vi sono più conservanti in un grissino “dietetico” che in un panino al prosciutto). Ecco, allora, che la catena continua e il concetto di alimentazione si lega a quello di equilibrio (rappresentato dalla Piramide Alimentare http://alimentazionebambini.e-coop.it/piramide-alimentare/) e a quello di sostenibilità ambientale.

Educare i bambini fin da piccoli a riconoscere il Junk Food e a contrastarlo con la consapevolezza alimentare è un obiettivo educativo, alimentare, sostenibile e addirittura Mondiale: perché è solo attraverso l’educazione e la trasmissione dei valori della sana alimentazione che possono essere contrastate le tendenze alla cattiva nutrizione che minacciano il futuro dei nostri figli.

Ancora oggi, nonostante la lotta alla povertà alimentare sia uno degli obiettivi del millennio stabiliti dalla Fao fin dal 2000, oltre un terzo della popolazione mondiale è in sovrappeso a causa della scorretta alimentazione e del cibo a basso valore nutrizionale: lo afferma l’ultima ricerca dell’Overseas Development Institute https://www.odi.org/ , secondo cui l’approdo dei fast food nelle zone più povere del mondo segna indiscusso un dato allarmante a cui assistiamo già da diverso tempo. Sono infatti le popolazioni più povere a soffrire di alti livelli di sovrappeso e obesità, in quanto l’economia del cibo veloce e di basso valore, tipico dei fast food, riesce ad attrarre facilmente il consumo da parte delle famiglie che dispongono di poche risorse economiche. Altissimi contenuti di grassi, zuccheri e sodio in porzioni abbondanti disponibili a qualsiasi ora del giorno e della notte a prezzi stracciati: è questa la formula della globalizzazione alimentare che uccide il pianeta e il futuro.

Opporsi a queste tendenze rappresenta non solo una sfida per il miglioramento economico, ma anche per un approccio etico diverso e sostenibile per il futuro. Ed è una sfida che parte innanzitutto dalla prima infanzia, attraverso l’educazione alimentare che tanto sta a cuore al nostro progetto e che oggi più che mai diventa un obiettivo sostanziale nel mondo della scuola e nella famiglia.