Edueat significa educare al cibo.
Tutti mangiano, ma non sono molti quelli che sanno mangiare. Saper mangiare è un’arte che si apprende sin da bambini e per questo qualsiasi modello o esperienza di educazione alimentare deve mettere al centro i bambini, i genitori e le famiglie. Edueat è il tentativo di dare a questa necessità un profilo incentrato sul gioco, sull’uso consapevole dei sensi e su un metodo che stimola l’apprendimento, sollecita intelligenze multiple e rafforza le relazioni in famiglia.
Il metodo Edueat, seguendo questa linea di approccio, diventa quindi un’esperienza da vivere qui ed ora ma anche sul lungo periodo: imparando a giocare coi figli, superando un’idea del cibo come problema, allenando i sensi e le percezioni, investendo sulla consapevolezza del cibo come momento cardine di una consapevolezza più ampia che può aiutare i ragazzi a guardare le cose del mondo con serena lucidità.
Edueat, è quindi, il crocevia di tante cose che convergono: un Manifesto che rende esplicita la nostra vision, da sottoscrivere e promuovere; un metodo rivolto a famiglie, scuole, operatori turistici ed enti; un progetto editoriale che prende il via con il libro “Aggiungi un posto a tavola” – primo libro pensato per un utilizzo congiunto da parte di genitori e figli – e proseguirà con altre pubblicazioni; una app per fotografare e annotare esperienze quotidiane o di viaggio legate al cibo e ai singoli sensi. Per i bambini Edueat sarà anche altro e cioè un gruppo di personaggi – i Govut – che rappresentano i sensi e diventeranno gli eroi positivi del cibo sano e dell’alimentazione consapevole. Possono esserci molti modi per dare forma sintetica alle nostre impressioni e ai nostri intendimenti. Ci viene in mente un proverbio indiano che vi proponiamo come stimolo a un’azione profonda, preventiva, consapevole e incentrata sui bambini: “Quando l’ultimo albero sarà abbattuto e l’ultimo fiume avvelenato e l’ultimo pesce pescato ci renderemo conto che non possiamo mangiare il denaro.”